Fine marzo e fine inverno meteorologico. Olmo montano.

Marzo chiude con soli 10mm di pioggia, senza neve e con un'alternanza di modeste irruzioni d'aria fredda a periodi con temperature decisamente sopra media.
Concluse le potature di tutte le varietà fruttifere, e ormai scaduto anche il periodo utile per innestare, d'ora in avanti devo solo concentrarmi sulle semine di legumi ed ortaggi che si protrarranno per i prossimi due mesi, tempo permettendo ovviamente.
Per gli ortaggi, come al solito, vorrei evitare al massimo di ricorrere al trapianto in favore della semina diretta; alla fine temo che mi arrenderò facendo sia la semina diretta che il trapianto, col secondo a garantire almeno un pò di produzione.
Tra gli ortaggi saranno le patate ad occupare sia la maggior superficie che la quantità di tempo necessaria all'interramento dei tuberi: se germogliano tutte potremmo arrivare anche a 10000mq.

Intanto arriva un'altra piccola soddisfazione portata dalle prime fioriture con allegagione dei frutti di alcuni olmi montani (Ulmus glabra) messi a dimora tra dieci e venti anni fa. L'olmo montano è una specie molto rara perchè fortemente attaccato dalla grafiosi (Ophyostoma graphius ulmi); in appennino settentrionale è particolarmente rarefatto, e forse noi siamo stati gli unici finora a dargli una mano; se questi semi matureranno, tenteremo di produrre nuove piantine da destinare ad altre reintroduzioni.
Anche se tutti gli olmi sono sensibili alla grafiosi, quello campestre è ancora una specie relativamente diffusa ed anche molto prolifica; non accadeva da molti anni una fruttificazione copiosa come quella attualmente in corso; l'amico William Morelli ci ha spiegato che i suoi semi commestibili venivano regolarmente consumati nelle nostre campagne fino anche al dopoguerra, poi l'epidemia di grafiosi o il boom economico accompagnato da una nuova alimentazione assai più opulenta, hanno fatto cadere nel dimenticatoio questa tradizione: mangiate semi d'olmo in insalata che vi danno una svegliata!