Piantumazione alberi e arbusti: come procedere.

Durante l'inverno, quando non gela, non piove e non c'è neve abbondante al suolo è il momento giusto per mettere a dimora alberi e arbusti d'ogni tipo.
Per individuare i posti adatti ai nuovi impianti bisogna inanzitutto non interferire con le servitù presenti e mantenere le distanze dai confini di proprietà.
Le principali servitù che possono essere presenti nelle campagne e impediscono l'impianto di alberi sono gli acquedotti, i gasdotti, linee elettriche e telefoniche aeree e sottotraccia.
Dalle strade pubbliche vanno mantenute le stesse distanze in uso per i confini di proprietà, che possono essere incrementate usando il buonsenso, nel caso di messa a dimora di alberi di prima grandezza.
In collina e media montagna, per l'impianto di nuovi frutteti si utilizzeranno i terreni più adatti, valutandone la disponibilità idrica, la fertilità, la pendenza, l'esposizione, il microclima e la tessitura dei suoli sottostanti.
Le caratteristiche di ogni terreno così valutate andranno poi rapportate alle necessità dei portinnesti delle specie fruttifere, e alle esigenze delle varietà innestabili.
Le necessità ridotte dei portinnesti selvatici in particolare sono molto indicate per impiantare frutteti anche su terreni poveri tipici della collina e della montagna.
Tramite l'utilizzo dei selvatici, su ogni tipo di terreno marginale presente nel nostro Appennino si possono impiantare frutteti con la prospettiva di ottenere buone produzioni sul medio e lungo termine.
Molto importante nel ricorso a portinnesti selvatici considerare di dover lasciar crescere le piante in forma libera, senza drastiche potature di contenimento; di conseguenza è necessario ridurre notevolmente la densità di alberi nel frutteto.
Per le pomacee consiglio almeno 100mq per pianta; per castagni, ciliegi e noci 300/400mq per pianta; per albicocchi, mandorli e susini 100mq per pianta; per peschi, nespoli e noccioli le distanze si possono ridurre anche fino a 25mq con le dovute distinzioni.
Considerando infine che mediamente le drupacee e il castagno prediligono suoli sciolti, mentre le pomacee sono molto più adattabili su quelli argillosi, per la scelta definitiva delle specie utilizzabili, manca solo la valutazione delle caratteristiche microclimatiche del posto.
Sull'Appennino Emiliano il principale fattore limitante per alcune specie è sicuramente la quota altimetrica con conseguenti temperature troppo basse o troppo alte;  ventosità accentuata, gelate tardive, siccità e grandinate possono poi compromettere i raccolti in modo ricorrente un pò ovunque, ma a queste evenienze negative ci si può opporre in parte adottando opportune tecniche colturali.

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