Anguria bianca: che risorsa!

Fortunatamente il vento forte non c'è stato, solo questa mattina un moderato maestrale è riuscito a spazzare via la nebbia fredda che ancora stazionava alle quote collinari.
In una giornata nebbiosa e fredda come quella di ieri, meglio starsene in casa con la stufa accesa, e giusto per non sprecare questa sorgente di calore, dedicarsi alla cottura della polpa di anguria bianca, detta anche anguria da mostarda. Ma non sarebbe meglio riposarsi piuttosto che perdere tempo con quest'ortaggio insipido quasi dimenticato da tutti? Qui ci stiamo convincendo che non sarebbe meglio, anzi!
Una volta tagliata all'equatore e divisa in dodici mezzi spicchi seguendo le file di semi verdi, si toglie la buccia e si affetta sottile in modo da poter togliere tutti quanti i semi; così affettata si mette in pentola e si fa bollire ad oltranza, è molto acquosa e resistente alla cottura, quindi è impossibile che si attacchi e bruci. Dopo almeno un paio d'ore di cottura una rapida frullata la rende pronta per diversi usi: la polpa quasi insapore e di consistenza molto liquida si presta ad essere aromatizzata in vari modi, per impastare torte, biscotti e pane, per fare gnocchi più leggeri di quelli di patate, spaziando dal dolce al salato, e surrogando ingredienti tradizionali come uova, patate, latticini freschi e acqua.
Considerato che la sua coltivazione è poco impegnativa, credo valga ancora la pena produrne, e in quantita visto che è anche generosa in numero e dimensioni.

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