Effetti negativi del 2017 sulle produzioni agricole.

Il 2017 è venuto dopo altri 4 anni decisamente fuori dal comune:
il 2013 ebbe un inverno molto nevoso ma praticamente senza gelate, e in marzo partirono molte frane tra le quali quella di Pianestola che assieme a quella di Capriglio spazzò via 3 km di Val Bardea.
Il 2014 fu un anno molto piovoso, con quasi il doppio di precipitazioni rispetto alla media delle nostre zone, ossia circa 1500mm, e temperature miti; ebbe inizio la pullulazione dei roditori.
Anche il 2015 fu  un anno decisamente piovoso e con inverno mite, praticamente un prolungamento dell'autunno.
La stagione umida si è interrotta alla fine dell'inverno 2016, ed è iniziato un periodo siccitoso definitivamente interrotto dall'alluvione di Parma ed Enza del 13 dicembre 2017.
Conseguentemente a questa serie particolarmente negativa che lo ha preceduto il 2017 è stato avaro di soddisfazioni per gli agricoltori, ma al tempo stesso i fenomeni estremi che si sono verificati hanno fornito utili indicazioni a chi come noi pratica colture alternative.
Le gelate di aprile hanno annullato la nostra produzione di patate, l'80% delle quali seminate tra 5 e 4 settimane prima su versanti settentrionali; il rimanente 20% seminato la settimana prima delle gelate, è andato solo un pò meno peggio in quanto molto più penalizzato dalla siccità.
Sempre le gelate di aprile hanno ampiamente bruciato l'allegagione delle pomacee in fioritura, mentre quella delle drupacee già concretizzata dalle loro fioriture più precoci, ne è uscita senza conseguenze: infatti l'annata è stata buona per mandorli, albicocchi e ciliegi, avvenimento raro dalle nostre parti.
Prima delle drupacee si è anche verificata un'abbondante e precoce produzione di asparagi, sia selvatici che domestici, tanto precoce che lo spinoso non siamo riusciti a raccolglierlo.
La preparazione delle colture per le semine primaverili è stata, una volta tanto, particolarmente agevole, ma queste, sebbene effettuate a scaglioni, sono andate incontro  a situazioni sempre sfavorevoli: le gelate di aprile, oppure lunghi periodi senza precipitazioni utili a far germinare uniformemente i semi, o anche temperature troppo alte per consentire un regolare sviluppo delle colture e l'allegagione dei frutti.
Altro evento nefasto è stato il forte vento della sera del 29 giugno, che in sole 3 ore ha fortemente ridotto i pochi raccolti bene avviati: farro dicocco, ceci, fagiolo dolico, pero limone estivo.
Alla metà di luglio una fase temporalesca ha mitigato la calura: per noi uno solo dei 3 temporali avvenuti è stato incisivo; anche se a pochi km di distanza hanno avuto il doppio o addirittura il triplo dei nostri 15mm, non posso negare che senza quel temporale non avremmo raccolto nemmeno la miseria di miglio e dolico che siamo riusciti a mettere insieme, e peggio ancora la prova semina del dolico sarebbe stata completamente inutile.
Inutile si è poi rivelata la semina del monococco: questo cereale ha risentito molto negativamente della siccità invernale, producendo spighe striminzite e grani prividi, per cui ho deciso di non raccoglierlo.
Su agosto non c'è molto da dire, i record di alte temperature e l'assenza di piogge hanno ridotto al lumicino le nostre piccole produzioni di ortaggi estivi (pomodori, meloni e zucche) tanto da non permettere nemmeno di gioire per l'ottima qualità di questi. Eccezionale comunque la rusticità del melone moscatello!
Per tutto settembre abbiamo continuato a raccogliere manualmente non solo gli ortaggi, ma anche ciò che non è stato possibile raccogliere con la mietitrebbia; anche il poco miglio che abbiamo recuperato tra quello nato a più riprese, lo abbiamo conteso ai verzellini, ai caprioli ed ai cinghiali.
Sicuramente fuori dal comune anche il mese di ottobre senza precipitazioni: proprio nell'anno in cui ho conseguito l'autorizzazione per raccogliere e vendere la Clytocibe geotropa, non vi è stata alcuna nascita di specie autunnali, salvo l'Armillariella mellea lungo i corsi d'acqua. Ottobre senza piogge ha limitato lo sviluppo delle rape (navoni e rutabaga) che erano partite benino col settembre fresco e piovoso, e che costituiscono l'ultima nostra coltura da raccolgliere tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno.

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