Farro monococco, il cereale quasi selvatico.

Coltiviamo questo cereale da pochi anni, in quantità dal 2013 dopo una moltiplicazione del seme fatta in casa; negli ultimi due anni siccitosi il nostro monococco, del quale non conosciamo l'origine esatta, ha dimostrato in coltura di non essere poi così rustico come speravamo, ma anzi di esserlo meno del farro dicocco. Probabilmente la delusione è dovuta al fatto che questa specie (triticum monococcum) originaria di aree montuose tra Turchia e Kurdistan, maltollera siccità e alte temperature ( o forse solo le alte temperature....), generando spighe brevi e striminzite all'apice  che contengono grani spesso prividi.
Nel 2017 in conseguenza della forte siccità ho deciso di non mietitrebbiare il nostro monococco in quanto la produzione era stata assolutamente inconsistente sia in quantità che in qualità. Ho così colto l'occasione per tentare una semina su sodo semplicemente trinciando la superficie seminata e aggiungendo seme a spaglio per uniformare il più possibile la coltura. Ho fatto questo tentativo perchè sempre nelle due ultime annate siccitose, ho notato che il monococco rinato da solo negli appezzamenti dove era stato trebbiato l'anno precedente era decisamente più bello di quello seminato l'anno stesso nonostante la rinascita fosse conseguenza della dispersione di spighe intere cadute su sodo, e quindi di una distribuzione non razionale.
Staremo a vedere nel 2018 se l'intuizione è giusta, oppure se ci toccherà rimanere a bocca asciutta un'altra volta.

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