Orti estivi in stand-by.

Non mi piace ricorrere a inglesismi, ma lo stand-by è proprio la parola ideale per definire l'attuale attesa del caldo estivo necessario per far partire gli orti estivi.
Le specie più ricorrenti nella composizione degli orti estivi sono tutte annuali, vale a dire che nascono, fioriscono e vanno a seme nel corso della bella stagione, poi muoiono. Ne consegue che soprattutto quelle tra di loro originarie delle aree tropicali del pianeta hanno uno ciclo veloce, in particolare quando incontrano condizioni di umidità, temperatura e nutrimento ideali.
Però occorre sempre ricordare che "presto e bene, raro avviene", per cui forzare eccessivamente il ritmo di crescita delle piante orticole con eccessivo apporto di azoto a rapida cessione, irrigazione abbondante e frequenti lavorazioni del terreno può portare a risultati mediocri soprattutto in fatto di qualità dei raccolti.
Forzare il ritmo di crescita delle piante per raccogliere presto gli ortaggi equivale a far invecchiare prima del tempo le piante ossia a far arrivare presto i problemi fitosanitari specifici di ogni varietà; ad esempio una solanacea come il pomodoro che normalmente dopo la nascita cresce piuttosto lentamente, sviluppando prima un robusto apparato radicale e con l'arrivo delle condizioni ideali di temperatura una parte aerea vigorosa ed equilibrata, arriva alla fioritura non prima di due mesi dalla nascita, e alla maturazione di ottimi frutti dopo altri due mesi e per almeno due mesi, quindi fino ad ottobre tutto senza trattamenti; la medesima varietà forzata in serra fin dalla nascita, inizia a fiorire già nei plateau (!), dopo il trapianto in campo con impianto d'irrigazione allega subito frutti che maturano appena inizia a far caldo, a volte già alla fine di giugno, la loro qualità è scadente perchè troppo acquosi, al primo sbalzo di temperatura di fine estate prende la peronospora e al secondo la botrite. Lo stesso esempio si può fare con qualsiasi cucurbitacea: cambia solo l'antagonista che le mette in crisi, l'oidio invece della peronospora.
Per gli ortaggi coltivati in pieno campo quindi è fondamentale attendere l'arrivo delle condizioni ideali: trapiantate o seminate direttamente le giovani piantarole devono aspettarle in compagnia delle infestanti, le quali si devono togliere solo con terreno asciutto manimmano che iniziano a fiorire, togliendo solo quelle sgradite o in competizione con le piantarole; la concimazione, se necessaria, deve essere solo a base di sostanza organica,  e possibilmente localizzata per non alimentare le infestanti; in un anno come questo prevedo di evitare il ricorso all'irrigazione per pomodori e cucurbitacee, a patto che si arrivi a temperature minime di 18/20°C e massime di 28/32°C per periodi non superiori a 15/20 giorni.

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